In una torre non puoi imprigionare
La bellezza ammaliante di una donna
Più bella della dea che arrivò dal mare
Più forte del marmo di una colonna
Perché è come la nobile purezza
Perché qualcuno la troverà con dolcezza
I lineamenti di Danae, dolci e teneri,
Attirarono attenzioni dalla cima dell'Olimpo
Come una scintilla dal centro delle ceneri
L'attrazione fu più rapida della luce di un lampo
L'arma che impugnava con sicurezza
Chi regnava su tutti gli dei con asprezza
Sentiva da lassù il suo inebriante profumo
E immaginava con ardore il suo talamo caldo
Da quella scintilla non nacque solo fumo
E quel pensiero diventò sempre più saldo
La notte si agitava, non dormiva sereno
Sognava agitato il suo candido seno
Tutta la Grecia conosceva ormai la storia
Della ragazza che il padre aveva rinchiuso
In una torre da sola, perdendo memoria
Ma più il tempo passava e più era ottuso
A quelle preghiere senza ascolto della figlia
A quei pianti disperati come di chi da conchiglia
Una dorata pioggia passò da luna illuminata
Come monetine tintinnanti sulla nuda roccia
Attraverso quella fessura unica, quella grata
Il grande dio non mostrò mai la sua faccia
Ma l'amò intensamente
E la lasciò tristemente
I mesi passavano e nel ventre materno
Cresceva un eroe che tutti ameranno
Il suo nome riecheggerà in eterno
E sicuro gli dei non scorderanno
Ma appena nato il nonno Acrisio
In una cassa li aveva rinchiusi
Viggiarono nella tomba a forma di arca
Mamma e figlio per mari in tempesta
Il bimbo sereno dormiva, ma lei stanca
un pescatore li salvò da un onda e la sua cresta
È questo l'inizio di un re argenteo
Il principio del mito dell'eroe Perseo





